Viaggio di un naturalista in Russia: gli Urali giorno 2 e 3

Oggi con Nikita ci siamo svegliati presto, Anna con suo marito ci aspettano a casa per andare con i quad sulle rive del fiume principale dove confluiscono i due fiumi inquinati per valutare la situazione.

Ha piovuto e la strada è alquanto accidentata.

Lungo il percorso troviamo qualche impronta di cinghiale e un piro piro piccolo e diversi avvallamenti carsici e fasce ecotonali.

Incrociamo anche un paio di torrenti non interessati dallo sversamento con acque di un colore blu intenso, quasi nero.

Arrivati ci si rende conto subito che qualcosa non va.

Più che essere sulla riva di un fiume che esce da una area protetta integrale si ha l’idea di essere su un fiume a valle di un grande insediamento urbano senza depuratore.

Lo sconforto è grande la zona è davvero molto bella dal punto di vista naturalistico e uno sversamento del genere rischia di avere profonde ripercussioni su tutta la catena trofica e anche sull’uomo infatti non sono poche le persone della zona che vanno a caccia e a pesca.

Tornati in paese andiamo nell’ufficio del parco e studiamo un po’ le mappe per valutare il percorso migliore per raggiungere il bosco morto.

Per arrivare in zona abbiamo 2 ore di macchina in mezzo ai boschi più un anello di 7 ore da percorre a piedi.

Dobbiamo trovare un passaggio.

Finto, io e Nikita torniamo a casa, i ragazzi vogliono andare a fare una escursione in barca e sup su un meraviglioso lago carsico vicino.

Spieghiamo loro il programma del giorno seguente e Sasha si attiva per trovare una persona che possa accompagnarci.

Il lago carsico è semplicemente meraviglioso.

Ci accoglie un paesaggio da cartolina con il cielo ancora nuvoloso per le piogge intense del giorno prima.

Affittiamo le barche e prepariamo il sup per raggiungere il centro di questa meraviglia.

Naturalmente appena raggiunto il centro inizia a piovere, uno scroscio intenso.

Ormai fradici Sasha e Danil decidono di tuffarsi nel lago e poco dopo il sole fa capolino tra le nuvole e alla fine tutti decidiamo di fare una bella nuotata nelle sue acque cristalline.

Purtroppo anche questo lago se la situazione dello sversamento dovesse perdurare non si salverà dall’inquinamento di metalli pesanti.

Un paio di nibbi sorvolano lo specchio di acqua e alla fine decido di godermi il momento con i miei amici.

Tornati a casa la persona contattata da Sasha ci dice che il percorso che abbiamo stabilito con Anna è inagibile, a causa delle piogge infatti sarebbe troppo pericoloso guadare i fiumi.

Anna allora mi propone come alternativa di accompagnare alcuni dipendenti del parco nel bosco ai piedi di Denezhkin Kamen che stanno facendo un interessante monitoraggio sugli incendi storici all’interno dell’area protetta.

Accetto e colgo al volo l’occasione, purtroppo c’è posto solo per me e i miei amici mi dovranno aspettare a casa.

Il giorno seguente mi sveglio presto e raggiungo la casa di Anna da dove partiremo per addentrarci nel cuore della area protetta e qui conosco gli altri tre compagni d’avventura.

Ci avviciniamo al confine della area protetta, un impetuoso torrente, in macchina, circa un’ora di viaggio.

Appena scendo dal nostro veicolo trovo subito una rana montana che zampetta vicino ad una pozza.

Poco più avanti il segno di presenza di un mustelide.

Ok, questa escursione promette davvero bene.

Guadiamo il torrente e piano piano ci addentriamo all’interno della foresta.

Il percorso è abbastanza tranquillo e spesso siamo immersi nelle acque fredde di diversi corsi d’acqua più o meno grandi.

Trovo diversi escrementi di alce, una impronta di lupo e su un tronco i graffi lasciati dagli artigli di un orso.

I miei compagni chiacchierano tra di loro ma io preferisco rimanere in disparte e godermi fino in fondo la natura incontaminata.

La foresta è molto più antica delle altre vicine e si percepisce una atmosfera quasi sacra.

Una bellezza ancestrale che risveglia emozioni intense ed intime.

Lungo i ruscelli è pieno di libellule come la grande Aeshna grandis con la sua danza di caccia che non lascia scampo agli altri insetti che incrociano il suo volo.

Stiamo raggiungendo il figlio di Anna ed un suo amico.

Si trovano nel parco perché stanno campionando diverse sezioni di tronchi che poi analizzeranno per trovare tra gli anelli i segni di incendi storici.

Questo serve per mappare le aree che storicamente sono state interessante da incendi boschivi.

I dati serviranno quindi a capire quali zone presentano una maggior criticità e programmare eventuali interventi e monitoraggi ad hoc per il futuro.

Un lavoro essenziale visto che con il cambiamento climatico e l’aumento delle temperature la Siberia è stata interessata da incendi di proporzioni bibliche.

Raggiunti i ragazzi dopo una breve sosta carichiamo gli zaini con le sezioni di legno e ci avviamo verso il paese.

Nikita, Anton, Sasha e Danil mi aspettano belli carichi e hanno già organizzato un’altra escursione in un lago vicino.

Con qualche difficoltà raggiungiamo la nostra meta e anche qui troviamo uno specchio d’acqua di una bellezza davvero unica.

A differenza dell’altro lago ha un immissario ed un emissario.

Decidiamo di raggiungere l’emissario e da li navigare fino alla intersezione con un fiume più grande.

La superficie del lago è ricoperta dalla bellissima ninfea gialla.

Il solito solitario volo di un nibbio solca il cielo e durante la traversata osserviamo aironi e anatidi lungo la costa.

Il tramonto ci regala panorami stupendi che ci godiamo con la leggerezza e la spensieratezza della gioia di stare in insieme e di divertirci.

Sulla strada del ritorno la macchina di Nikita si impantana in una profonda pozza, stanchi per la giornata decidiamo di lasciarla lì e di recuperarla il giorno seguente nella speranza che non abbia niente di rotto.

La mattina recuperiamo la macchina, per fortuna tutto più o meno funzionante e, dopo aver salutato Anna, ci avviamo verso Severouralsk.

Lì, io e Nikita ci congediamo da Anton, Sasha e Danil con la promessa di rivederci presto e ci avviamo verso casa, Marina mi aspetta.

Sulla strada del ritorno cerco di far ordine tra i pensieri e le emozioni di questo viaggio davvero intenso.

Sono davvero molto contento di aver conosciuto meglio persone come Anton, Sasha e Danil.

Persone speciali davvero genuine ed accoglienti con un amore per la vita davvero unico.

In questi giorni con loro è nata davvero una bella amicizia.

Poi sono davvero contento anche di aver conosciuto Anna, la sua famiglia e i suoi collaboratori che grazie al loro quotidiano impegno tra mille difficoltà preservano e custodiscono gelosamente una area protetta davvero unica nel suo genere.

Con Anna poi c’è stata fin da subito una bellissima sintonia ma siamo naturalisti ed è quasi sempre così tra di noi.

Mi preoccupa molto la situazione della miniera di rame appena al di fuori della riserva e dei veleni con cui appesta la zona.

Sono sicuro che Anna non vada lasciata sola in questa battaglia ma meriti il supporto e l’aiuto di quante più persone possibile per fare il modo che Denezhkin Kamen rimanga il prezioso scrigno di biodiversità che ho avuto modo di vivere così intensamente.  

2 Replies to “Viaggio di un naturalista in Russia: gli Urali giorno 2 e 3”

  1. Racconto molto Coinvolgente, sembra di Vivere il Momento ed essere li!
    Un pò di Invidia e Gratitudine per il resoconto di Esperti.
    Grazie.

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