Orango di Tapanuli ad un passo dalla estinzione

L’orango di Tapanuli (Pongo tapanuliensis) è una specie di orango diffuso sulle montagne del Batang Toru, nel Tapanuli meridionale sull’isola di Sumatra in Indonesia.

Molto simile all’orango di Sumatra (Pongo abelii) se ne distingue per il pelo maggiormente increspato, il cranio in media più piccolo e i canini più lunghi.

Vive nelle foreste umide situate a sud del lago di Toba, in un’area di appena mille chilometri quadrati, ad altitudini comprese tra i 300 e 1300 metri sul livello del mare.

È, tra le grandi scimmie, la specie più minacciata e potrebbe essere ad un passo dalla estinzione.

Secondo uno studio pubblicato sulla rivista PLOS One, attualmente occupa meno del 3% del suo habitat originario, con una popolazione di meno di 800 individui.

Le principali minacce, in passato, sono state la caccia e la continua ed inesorabile frammentazione del suo habitat, motivo per cui la specie è stata relegata sempre più sugli altopiani montani.

Ma anche questa area potrebbe essere presto minacciata dal progetto di una nuova centrale idroelettrica la cui costruzione è prevista lungo il fiume Batang Toru nel distretto di South Tapanuli Regency, che con i suoi 122 ettari porterebbe ad un inevitabile e sicuro isolamento delle sottopopolazioni di oranghi Tapanuli con il conseguente rischio di inbreeding.

Insomma l’ultima mazzata per una specie già gravemente minacciata.

Infatti secondo i modelli dello studio basterebbe che appena l’1% della popolazione venga meno per perdere la prima specie tra le grandi scimmie in tempi moderni.

Al momento la società PT North Sumatera Hydro Energy, ha sospeso la costruzione dell’impianto a causa della pandemia di COVID-19 ma i lavori potrebbero riprendere nei prossimi mesi.

Diverse ONG che si occupano di conservazione si stanno opponendo alla loro ripresa chiedendo al governo di trovare soluzioni alternative che possano ridurre a zero l’impatto, altrimenti devastante, che tale infrastruttura potrebbe avere su una popolazione già così esigua.

Marcello Zorzi

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